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    Quest’ anno non abbiamo ancora frequentato le spiagge e fatto un bel tuffo in mare a causa dell’epidemia da Covid-19 che purtroppo ci ha costretti a cambiare le nostre belle abitudini. Magari qualcuno ha già rinunciato all’agognata vacanza al mare o in montagna e si è già attrezzato con piscina, sdrai e ombrelloni in giardino. Ma anche il sole del giardino, o l’esposizione al sole di città per una passeggiata, possono provocare effetti dannosi per la nostra pelle se non adeguatamente protetta.

    Quando si sceglie un prodotto solare, è molto importante valutarne l’SPF, acronimo di Sun Protection Factor (Fattore di Protezione Solare – FPS). Alla base della determinazione dell’SPF c’è il calcolo dei tempi o delle dosi di raggi ultravioletti (UV) necessari ad indurre un eritema nella zona esposta. L’SPF indica qual è il grado di protezione che un prodotto solare riesce a garantire contro i raggi UV. Si tratta di un indice espresso attraverso un valore numerico: più è alto il numero, maggiore è la protezione offerta dalle radiazioni ultraviolette.

    La scelta del giusto SPF, infatti, è fondamentale per preservare la pelle e il proprio organismo dall’azione dannosa dei raggi UV.

    COME SI DETERMINA IL FATTORE SPF?

    Per valutare il fattore SPF di un prodotto vengono eseguiti dei test su volontari e l’SPF viene valutato attraverso la MED (Dose Minima Eritematogena), che indica la più bassa dose di raggi UV richiesta per produrre nei volontari un arrossamento cutaneo visibile a distanza di 24-26 ore dall’esposizione alle radiazioni ultraviolette.

    Il rapporto tra la MED su cute protetta (l’applicazione del filtro deve avere una concentrazione di 2 mg/cm2) e quella su cute non protetta indica il valore numerico del Fattore di Protezione Solare.

    Per esempio, un prodotto con SPF 2 indica che una persona può esporsi alla radiazione solare il doppio del tempo rispetto l’assenza di protezione prima che si verifichi l’insorgenza dell’eritema cutaneo.

    COME AGISCONO I RAGGI UV SULLA CUTE?

    I raggi ultravioletti si dividono in 3 categorie a seconda della loro lunghezza d’onda: UVA, UVB, e UVC.

    Fig.1: capacità penetrante dei diversi raggi UV

    Grazie alla filtrazione a livello atmosferico, i raggi UVC non producono danni alla cute, mentre i raggi UVB raggiungono solo gli strati superficiali della pelle e gli UVA penetrano fino al derma.

    I raggi UVB scaricano tutta la loro energia (superiore rispetto agli UVA) sulle cellule epidermiche ed in particolar modo sul loro DNA. Gli effetti cutanei del sole e in particolare dei raggi UVB sono essenzialmente un eritema acuto che compare solitamente dopo 20 minuti e un eritema ad evoluzione cronicizzante, che conduce all’avvizzimento precoce ed anche ad altre manifestazioni secondarie, che possono arrivare anche alla produzione di tumori locali.

    Al contrario, i raggi UVA non provocano scottature ma nel lungo periodo possono determinare una degenerazione delle fibre elastiche e del collagene a livello del derma superficiale che quindi perde elasticità e compattezza, producendo macchie.

    Quando la cute viene sottoposta per un certo periodo ad esposizione solare, si va incontro alla melanogenesi, ovvero l’abbronzatura.

    Inoltre si sviluppa un altro sistema di difesa della pelle, la ipercheratosi epidermica, ovvero un ispessimento della pelle, dovuto ad un accelerato ricambio cellulare da parte delle cellule che producono cheratina.

    In seguito a lunga esposizione, l’organismo produce una sorta di filtro naturale, l’acido urocanico, sostanza veicolata tramite il sudore e capace di assorbire i raggi UVA.

    Quindi una abbronzatura corretta, uniforme e diffusa si ottiene grazie a tre fenomeni: capacità di difendersi dall’azione infiammatoria esterna manifestata dall’eritema, corretta dotazione melaninica, ipercheratosi pronta ed efficace.

    E’ qui che entrano in gioco i filtri solari, costituenti fondamentali delle creme solari

    IL FILTRO SOLARE

    Cosa sono i filtri solari? E quale importanza hanno per la salute della nostra cute? Quando parliamo di filtri solari intendiamo sostanze destinate prevalentemente, o esclusivamente, a proteggere la pelle da determinate radiazioni UV attraverso l’assorbimento, la riflessione o la diffusione delle stesse.

    I filtri solari sono regolamentati dalla Legge 1223/2009 e dai suoi successivi aggiornamenti. Ogni sostanza che vanta tale effetto dev’essere approvata all’uso dal Scientific Commitee on Consumer Products (SCCP) che ne valuta la sicurezza. I filtri solari autorizzati e ammessi figurano in una lista facilmente scaricabile online: si tratta dell’Allegato VI del Reg. CE 1223/2009. Attualmente, l’Allegato VI contiene 28 filtri solari: di ognuno di essi viene specificato il nome chimico, la concentrazione massima ammessa e le eventuali limitazioni e prescrizioni. Sono presenti, inoltre, le indicazioni da riportare in etichetta, le disposizioni normative e le date degli ultimi adeguamenti. I filtri solari si possono suddividere in due grandi gruppi: i filtri chimici e i filtri fisici.

    I filtri solari fisici sono sostanze inorganiche (ossido di zinco e diossido di titanio) che hanno la proprietà di schermare i raggi UV per riflessione o rifrazione della luce.

    I filtri solari chimici sono molecole organiche di sintesi con una struttura tale da riuscire ad assorbire in modo selettivo solo l’energia delle radiazioni UV, senza assorbire quelle dello spettro del visibile. È per questo motivo che, quando utilizziamo una crema solare contenente un filtro chimico, sulla pelle non rimane alcuna traccia visibile.

    Fig.2: penetrazione raggi UV, in assenza o in presenza di filtri solari

    I filtri solari chimici di ultima generazione sono stati sviluppati in modo da avere un’azione ad ampio spettro, cioè in grado di assorbire sia le radiazioni UVA che UVB.

    UNA PROTEZIONE SOLARE ADEGUATA AL PROPRIO FOTOTIPO

    Per evitare scottature e avere un’ottima abbronzatura che duri a lungo, bisogna scegliere la giusta protezione solare. Per scegliere correttamente la crema solare ideale per il proprio tipo di pelle serve innanzitutto conoscere il proprio fototipo.

    Il fototipo è una classificazione utilizzata in dermatologia, determinata sulla qualità e sulla quantità di melanina presente in condizioni basali nella nostra pelle. Esso indica le reazioni della pelle all’esposizione alla radiazione ultravioletta ed il tipo di abbronzatura che è possibile ottenere tramite essa. Infatti la pelle di ognuno di noi reagisce alla luce in maniera diversa.

    Normalmente, vengono identificati sei fototipi diversi (Fondazione Veronesi, 2014):

    FOTOTIPO 1: capelli biondi o rossi con pelle chiarissima;

    FOTOTIPO 2: capelli biondi o castani con pelle chiara;

    FOTOTIPO 3: capelli biondo scuro o castani, persone con pelle sensibile;

    FOTOTIPO 4: capelli castani con pelle moderatamente sensibile o olivastra;

    FOTOTIPO 5: capelli neri / castano scuro e carnagione olivastra;

    FOTOTIPO 6: capelli neri e pelle scura, non sensibile ai raggi UV.

    Nonostante in commercio si trovino creme solari con fattori di protezione molto bassi, i dermatologi consigliano prodotti solari che abbiano un SPF medio (20 30) o alto (50+) per poter esporsi più a lungo al sole senza andare incontro a scottature della pelle, alla comparsa di inestetismi come le macchie scure, invecchiamento precoce o peggio ancora melanomi cutanei. Si consiglia di usare creme solari ad ampio spettro che proteggano sia dai raggi UVA che UVB. Nei bambini o nelle persone con pelle molto sensibile si consigliano creme con filtri fisici che non penetrano nella pelle. Inoltre meglio usare una crema solare resistente all’acqua se si praticano sport acquatici. Si consiglia di applicare il prodotto solare più volte al giorno per garantire la sua efficacia e la giusta protezione per tutta la durata dell’esposizione. Esistono protezioni solari con formulazioni diverse per andare in contro alle esigenze di tutti. Con pelle grassa o acneica, ad esempio, è meglio preferire un gel oil –free. Mentre una pelle secca incontrerà un comfort maggiore con una formulazione in crema. Per proteggere zone estese si possono usare formulazioni in spray, mentre per le cicatrici sono adatti gli stick ad alta protezione.

    Scegli una abbronzatura intelligente, duratura e che rispetti la salute della tua pelle.

    Barbara Tubioli